<%@ Page Language="C#" ContentType="text/html" ResponseEncoding="iso-8859-1" %> Le Attività Varie - Religiose - Santabarbara
Biografia
Barbara nacque a Nicomedia, città della Bitinia e visse nell'età in cui fu imperatore di Roma Massimiano e Governatore Marciano (286-305 d.C.); figlia del nobile Dioscoro, fu avviata agli studi ellenici ed educata dai dotti pensatori dell'epoca. la sua intelligenza, le fece subito comprendere la superficialità e la mondanità del culto religioso che le veniva imposto di praticare. Barbara sentì fin da allora la necessità di conoscere il vero Dio che è al di sopra di ogni cosa e di persona. sentito che ad Alessandria viveva il saggio Origene che conosceva l'esistenza del Dio uno e trino, gli inviò, un messo per invitarlo a recarsi da lei per farle conoscere il vero Creatore di tutte le cose. Oigene mandò da Barbara un uomo di sua fiducia di nome Valeriano, il quale, dopo aver istruito la giovane fanciulla alla fede cristiana, la battezzò nel nome della santissima trinità. Questo fatto provocò le furie del padre il quale rinchiuse la figlia in una torre dalla quale Barbara riuscì a fuggire con l'aiuto di Dio. Dopo aver ritrovato la figlia, Dioscoro, la mandò dal governatore Marciano perchè venissero comminate le pene previste dalle leggi del tempo; dinnanzi all'autorità di Roma, Barbara non esitò a professare il suo credo in Gesù Cristo e per questo suo atto di fede fu spogliata e fustigata. Ancora una volta Dio le venne in soccorso , sanò le sue ferite e la rivestì della sua grazia. Alla visione di ciò, il governatore si sentì sconfitto da Dio e, anzichè essere folgorato da quei segni, interrogò più duramente Barbara affinchè la sua testimonianza blasfema fosse sentita da tutti; a quel punto la Santa, dando prova di singolare fortezza, a viva voce, innalzò una preghiera di lode a Cristo Signore e rinnegò gli dei adorati dai pagani. Allora Marciano fece torturare la giovane ragazza e poi ordinò che fosse uccisa con la spada. Dioscoro allora, pieno di rabbia, non volle che altri la uccidessero se non lui e la condusse su un colle dove Barbara chinò il capo alla spada e rese testimonianza della sua fede verso l'inizio del IV secolo d.C.. Il padre mentre scendeva dal monte fu colpito da un fulmine che lo incenerì.
 
Le Vicende del suo Corpo
Nel 520 l'Imperatore d'Oriente, Giustiniano, fece portare il corpo di S. Barbara presso di sè, a Costantinopoli da dove il suo culto s'irradiò verso l'occidente, raggiungendo anche l'italia. Il corpo rimase in quella città fino verso il mille. In quel tempo era Imperatore Basilioche trovandosi in guerra contro i Saraceni, nemici dei Cristiani, chiese aiuto ai Veneziani. Il Doge Pietro Orseolo II inviò in aiuto dell'Imperatore Basilio, il figlio Giovanni con un forte esercito, il quale dopo la vittoria rimase per lungo tempo presso la corte, sposando la nipote dell'Imperatore, Maria, molto devota s S. Barbara. Nel partire per Venezia, la giovane sposa pregò tanto lo zio perchè le concedesse di portare con sè le care spoglie della Santa Martire. Nel 1003 S. Barbara faceva il suo ingresso solenne in S. Marco. Nel 1009 il Vescovo di Torcello (Che contava 70.000 Abitanti) chiese al Doge di collocarla nella chiesa di S. Giovanni Evangelista dove rimase fino al 1810, anno in cui l'urna fu trasportata nella chiesa di S. Martino Vescovo a Burano. Nel vuoto di ulteriori notizie, bisogna che passi un secolo prima che si scorga ancora qualcosa. Alla fine della guerra 1915/18, la Scuola dei Pescatori subisce un grave incendio ed è opera del Parroco mons. Dario Costantini il restauro del complesso che nel 1925, fu posto sotto l'invocazione di Santa Barbara. Ivi portò l'antico altare che porta l'iscrizione CORPUS S. BARBARA VIRG. MAR. NICOMEDIAE, fra i preziosissimi marmi istoriati e fece collocare le balaustre in bronzo risultanti dalla fusione dei residuati bellici della I Guerra Mondiale. Il 4 Dicembre del 1926, le spoglie di S. Barbara venivano portate dalla chiesa parrochiale di Burano al suo Oratorio prestabilito, alla presenza del Patriarca La Fontaine. Pio XII con sua breve Apostolica confermò S. Barbara Patrona e S. Em. Giuseppe Roncalli Cardinale Patriarca di Venzia, poi Papa Giovanni XXIII, riconobbe le spoglie della Santa tra i sette patroni di Venezia.
 
Le Preghiere alla nostra Protettrice

(1)

Preghiera di Alberto Giombini e Auro D'Alba (1940)

O signore, che illumini i cieli e riscaldi la terra,ti preghiamo di accendere nei nostri petti la fiamma del sacrificio.
Quando la sirena ulula per le vie della città, ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia e quando, a gara con le aquile dobbiamo salire verso di Te, ci sorregga la tua mano prodigiosa.
noi ti preghiamo, o signore, perché il fuoco, che noi tante volte combattiamo, distrugga il male che si annida nelle case degli uomini, non già la ricchezza che accresce la potenza della patria per la quale offriamo la nostra vigilanza, sorretta dalla fede cristiana che intendiamo sempre professare.
Ascolta, o Signore, la nostra preghiera per i meriti di Santa Barbara, nostra celeste Patrona.. Così sia.

(2)

Preghiera di Arnaldo Fraccaroli (1946)

Iddio che illumini i cieli e colmi gli abissi, arda nei nostri petti la fiamma del sacrificio.
Fa più ardente della fiamma il sangue che ci scorre nelle vene, vermiglio come un canto di Vittoria.
Quando la sirena urla per le vie della città, ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile verso Te saliamo, ci sorregga la tua mano piagata.
Quando l'incendio irresistibile avvampa, bruci il male che s'annida nelle case degli uomini, non la ricchezza che accresce la potenza della patria.   
Signore, siamo i portatori della Tua Croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio è non vissuto, poiché per noi credenti la morte è vita, è luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque, nell'inferno dei roghi.
La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio.
Per Santa Barbara martire. Così sia. 

(3)

Preghiera dell'ing. Pietro Ajovalasit (1950)

Iddio creatore dell'universo, al cui potere tutte le forze obbediscono, ascolta benigno la nostra voce.
Nell'ora suprema dell'azione, sorreggi il nostro spirito, fa sicuro il nostro occhio, fermo il nostro piede, affinché sia valido il soccorso che in Tuo nome portiamo ai fratelli in pericolo.
Benedici ognora l'opera nostra.
Nella cadente sera, quando gli uomini tornano al loro cadente focolare e, il nostro cuore vigila per la salvezza altrui, benedici le nostre famiglie.
Accetta, o Signore, la preghiera che noi e i nostri cari a Te rivolgiamo. Così sia.